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Il Metodo Marvel: uno sguardo all’interno dei Marvel Studios

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Il Metodo Marvel: uno sguardo all’interno dei Marvel Studios

28 ottobre 2016, ore 15:20 - Viewconference 2016, Torino. Un’interessante e a tratti scoppiettante intervista condotta da Barbara Robertson con una delle figure più importanti nella produzioni dei film dell'Universo Marvel.

Durante questa intervista in un modo o nell’altro hanno partecipato attivamente molte persone nella sala; non che nelle altre sessioni non sia accaduto, ma questa volta, probabilmente per l’empatia che aveva l’ospite con il pubblico, si è percepito in maniera più vibrante.

Lei è Victoria Alonso, excecutive producer for physical production - e tante altre cose - presso i Marvel Studios, insomma è una delle responsabili che sta dietro alle grandi produzioni dei films Marvel, ed è quello a cui ha lavorato negli ultimi 12 anni. Certo, l’introduzione doveva essere spettacolare.... “Ed ecco cosa ho fatto negli ultimi 12 anni” indicando lo schermo dietro di lei… ma problema tecnico e... buio! Tutto nero!... lei: “Beh, negli ultimi 12 anni non ho fatto un accidente di niente!” risate e ovviamente un applauso per come si è ripresa. Ma lei è una donna veramente con gli attributi, e si vede anche da piccole cose come queste.

Poi i problemi tecnici si risolvono e parte la presentazione di quello su cui davvero ha lavorato in questi ultimi anni, praticamente tutti i film della Marvel: Iron Man, Capitain America, Thor, Hulk, Antman, gli Avengers.

Ci racconta di come è arrivata a coprire un ruolo così importante, qual’è stato il suo percorso. In effetti Victoria Alonso è nata in Argentina ed è vissuta li per molti anni. Nel periodo della dittatura si è interessata al teatro, dove oltre a studiare partecipava ai moti di protesta. Trasferitasi a Los Angeles, per mantenersi faceva tre lavori; poi un’amica le disse di avere un conoscente che lavorava come produttore nel cinema, e siccome lei aveva fatto teatro, magari le avrebbe potuto dare una mano. Una telefonata e l’incontro venne organizzato e lei venne presa in prova come assistente di produzione: il suo primo giorno di lavoro le fu detto che - dal momento che dovevano essere effettuate delle riprese in strada - lei doveva “andare laggiù e fermare il traffico”... lo fece, le riprese andarono bene, lei non fu picchiata da nessun automobilista indispettito ed il produttore la assunse. Fu così che entrò in quel mondo e iniziò la sua carriera. Negli anni seguenti lavorò molto duramente, fino ad arrivare al ruolo che ricopre oggi.

Le viene chiesto come ha potuto farcela, ma la sua risposta è molto semplice: non dobbiamo cambiare per ottenere qualcosa, non dobbiamo cercare di essere quello che non siamo, dobbiamo essere noi stessi. Lei dice di non essere cambiata, ancora oggi sostiene di essere ancora quella che è davvero, non finge di essere qualcosa che non è.

Dopo questa breve intevista, finalmente arriva il pezzo forte: un’anteprima lunghissima, in esclusiva solo per il Viewconference del nuovissimo Doctor Strange (che sarebbe uscito pochi giorni a seguire), in cui assolutamente viene vietato riprendere le sequenze col cellulare. Infatti, durante la riproduzione del video, Victoria scende dal palco e si dirige verso un ragazzo che stava registrando, intimandogli di cancellare tutto e restando lì per avere la prova che tutto era stato eliminato.

Dalle domande del pubblico poi scopriamo che per questo film hanno lavorato diversi studios di VFX, da 7 a 12 (non si ricorda bene), poi le viene chiesto come può un piccolo studio di effetti speciali sperare di lavorare per queste grandi produzioni. Lei dice che non bisogna fermarsi ed arrendersi, bisogna cercare di partecipare a questi grandi eventi (o magari ancora più grandi, come il Siggraph), e contattare persone come lei, perchè anche nelle grandi produzioni si testano nuovi studios, magari all’inizio assegnando loro piccoli lavori: tuttavia bisogna sapere che nelle grandi produzioni non ci si ferma mai, e se si sbaglia o non si rispettano le deadlines si viene tagliati, e - se non ho capito male - senza possibilità di avere un’altra possibilità. Questo per le piccole case di produzione spesso è un problema, ma è questo il modo di lavorare in questo genere di produzioni e se un piccolo studio vuole entrare in quel mondo deve adeguarsi a quei cicli produttivi.

Insomma, una presentazione molto interessante che ci ha fatto scoprire che c’è dietro questi grandi blockbusters, una donna capace, molto competente e con un gran polso, ma allo stesso tempo anche molto brillante ed alla mano con tutti.

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